L’industria della moda è una delle più inquinanti (è responsabile del 10 per cento dell’inquinamento globale), e il fenomeno del “fast fashion” (ovvero quelle aziende di abbigliamento che producono e vendono capi economici e alla moda, proponendone continuamente di nuovi), ha aggravato ulteriormente la situazione.
☣ Il contesto è particolarmente grave in paesi come Bangladesh, India e Messico, dove non ci sono leggi che tutelino i diritti dei lavoratori e dell’ambiente, infatti bambini e adolescenti vengono sfruttati come lavoratori e nell’ambiente circostante vengono riversati coloranti contenenti metalli pesanti, provocando l’inquinamento di mari, fiumi e falde acquifere e causando danni alla salute per le popolazioni che vivono in quelle aree.
♻ Come ridurre l’impatto del proprio abbigliamento, per evitare che tutto questo accada? L’ideale sarebbe utilizzare quello che già abbiamo nell’armadio e acquistando solo quello che è strettamente necessario, preferibilmente da marchi sostenibili. Non sempre però questo è possibile, soprattutto per via del costo non a tutt* accessibile.
🤝 Per questo noi abbiamo organizzato uno swap party, in cui scambiarci a vicenda vestiti (e non solo) e per dare una nuova vita ai nostri oggetti e a quelli degli altri, rinnovando l’armadio a costo zero!