• 28 November 2023
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Commenti sul Decreto Caivano

La voce dei mondi educativi e sociali
“Mi hanno molto colpito le parole di una #insegnante, forse una preside di Caivano, che ho ascoltato l’altro giorno. Diceva che l’esercito di cui hanno bisogno lì deve essere composto da #educatori, #assistentisociali, operatori della cultura. Bisogna costruire opportunità, fornire strumenti e servizi. Dobbiamo inondare quei territori di progettualità, di spazi, di opportunità per le persone. Questa è l’unica via d’uscita. E poi sostenere le famiglie, anche dal punto di vista economico e dell’occupazione”.
Don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele Onlus.

«Sembra ormai un riflesso condizionato del governo: a ogni problema di ordine sociale si risponde con un decreto che inasprisce le pene. Poco importa che non vi sia nessuna evidenza empirica dell’efficacia di pene maggiorate e che quelle che esistono già spesso non vengano applicate, vuoi per trascuratezza, vuoi per mancanza di personale e strutture adeguate».
CHIARA SARACENO, sociologa.

«Stiamo assistendo ad un intervento muscolare da parte del governo, sollecitato da Salvini, per cercare di affrontare questo fenomeno con misure restrittive, che a mio parere non sono in grado di andare alle radici del fenomeno. E quali sono le radici che andrebbero sradicate?
Nella maggior parte dei casi gli #adolescenti, affiliati a queste #gang, vivono in un contesto degradato, in #famiglie con alto tasso di disoccupazione e di violenza, incapaci di rappresentare una guida per i figli e motivarli a frequentare le scuole, anche perché l’#istruzione rimane troppo lontana e non garantisce l’ingresso nel mondo del lavoro.
La stessa organizzazione scolastica, troppo ancorata ai #voti e ai programmi, non riesce ad accogliere questi adolescenti a rischio e ad interessarli aiutandoli ad entrare nel contesto educativo. D’altra parte la #scuola non è spesso a tempo pieno e non sa offrire attività sportive, ricreative e pratiche in grado di coinvolgere questi ragazzi.
È il motivo per il quale i tassi di #abbandonoscolastico sono così alti e la strada diventa l’unica cattiva maestra che li arruola in queste bande antisociali».
MASSIMO AMMANITI, psicoanalista.

Voci dal mondo della giustizia minorile
🔸 “Non serve inasprire le pene, quelle esistenti possono tranquillamente essere graduate e chi delinque non fa il calcolo della #pena che potrebbe essere irrogata” (Paola Brunese, presidente Tribunale per i minorenni di Napoli)
🔸 “Mi sono occupato per vent’anni di #giustiziaminorile e, in tutto questo tempo, non ho visto interventi nel sociale, non sono state investite risorse per #insegnanti, educatori, famiglie in difficoltà” (Ciro Cascone, fino a un mese e mezzo fa procuratore minorile a Milano)
🔸 “A freddo potremmo dire: finalmente si puniscono le #famiglie. Ma probabilmente chi governa non sa che i genitori di quei ragazzi che non frequentano la #scuola stanno già scontando le misure repressive perché hanno spacciato, rubato, ucciso” (Cesare Moreno, presidente onlus Maestri di Strada di Napoli)
🔸 “La mia visione è che sotto i 18 anni i ragazzi sono adolescenti, non sono ancora formati, e le vere responsabilità sono degli adulti. Solo #punire non fa evolvere un #pensierocritico. Ho ragazzi che a furia di punizioni e #Daspo si sono incattiviti ancora di più. Serve supportare con vigore le famiglie in povertà, le scuole nei quartieri di confine, l’#educativadistrada” (don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano)
🔸 “Se ci fossero le risorse necessarie il #sistemagiudiziario minorile attuale sarebbe in grado di assicurare risposte adeguate. Senza, non può reggere. Oggi non mancano solo le strutture, ma anche gli #educatori. Oggi non vengono eseguiti neppure i provvedimenti penali di collocamento in #comunità per il mancato reperimento di una struttura adeguata” (Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano)

ANIMAZIONE SOCIALE

Contro disagio giovanile e criminalità minorile il governo punta solo sulla repressione. Poco o nulla sul profilo educativo, su cui faccio invece due proposte:
1) tempo pieno nelle scuole secondarie di primo grado (medie);
2) drastica riduzione della chiusura estiva delle scuole. Se due genitori lavorano, come fanno a seguire e controllare i propri figli? Quando la scuola chiude, per moltissimi c’è solo la strada. Se vogliamo aiutare le famiglie dobbiamo estendere la permanenza dei ragazzi a scuola. (Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo)

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