TINO MAGNI SENATORE ALLEANZA VERDI SINISTRA E RETI CIVICHE
HA PRESENTATO UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA VICENDA DEL LEADER DEL PKK OCALAN

Il Senatore della Repubblica Tino Magni ha presentato una interrogazione parlamentare sulla vicenda del leader del PKK Abdullah Öcalan.

Abdullah Öcalan, noto anche come Apo, è un politico curdo, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e attuatore del confederalismo democratico teorizzato in precedenza da Murray Bookchin. Dopo essere stato catturato a Nairobi, in Kenia, il 15 febbraio 1999, è stato condannato a morte il 29 giugno 1999 per attività separatista armata.

Da ben 29 mesi non ci sono notizie sullo stato di salute di Abdullah Öcalan e degli altri prigionieri politici Ömer Hayri Konar, Veysi Aktaş e Hamili Yıldırımche che si trovano in detenzione sull’isola-carcere di massima sicurezza di Imrali.

Il 25 marzo 2021 in seguito alla campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica è stata concessa una telefonata ad Abdullah Öcalan da parte di suo fratello Mehmet Öcalan, interrotta dopo appena quattro minuti. Prima di allora l’ultima visita da parte dei familiari risale al marzo 2020 e l’ultimo colloquio con i suoi avvocati all’agosto 2019.

Le visite degli avvocati vengono impedite con motivazioni futili tra cui continue sanzioni disciplinari applicate arbitrariamente a Öcalan e presunti problemi tecnici che impedirebbero l’accesso all’Isola in cui è detenuto.

Il divieto di visita degli avvocati a Imrali viola apertamente le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri (Mandela Rules) secondo le quali gli Stati devono garantire i diritti fondamentali dei detenuti indipendentemente dalla loro identità o della natura della loro condanna.

Per undici anni, Öcalan è stato l’unico prigioniero di Imrali. Ora, durante le passeggiate quotidiane nel piccolo cortile della prigione con gli altri tre detenuti, Öcalan viene osservato da vicino.

Lo stato di isolamento è contrario allo stesso codice penale turco, l’articolo 59 della legge turca n. 5275 stabilisce infatti che i detenuti e i condannati hanno il diritto di vedere i loro avvocati durante l’orario di lavoro, cioè cinque giorni alla settimana. L’articolo 25 della stessa legge stabilisce che i condannati all’ergastolo aggravato possono essere visitati dai loro familiari ogni 15 giorni.

In linea con queste norme, i familiari e gli avvocati hanno presentato regolarmente richieste scritte all’Ufficio del Procuratore Capo di Bursa, responsabile del carcere di Imrali, per tutto il 2022, chiedendo il permesso di visitare Öcalan e gli altri loro clienti.

L’isolamento a lungo termine e la reclusione in isolamento hanno lo scopo di distruggere psicologicamente e fisicamente i prigionieri attraverso, tra l’altro, la privazione dei sensi. Tali condizioni di detenzione sono definite “tortura bianca”.

Nel caso di Abdullah Öcalan, un intervento del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa (CPT) sarebbe molto importante, essendo l’unica istituzione in grado di visitarlo in tempi brevi, eppure, finora, il CPT non ha reso pubblici i dettagli della sua ultima visita ad hoc alla prigione di Imrali tra il 20 e il 29 settembre 2022, nonostante i numerosi appelli degli avvocati di Öcalan (lo studio legale Asrin), e di altre organizzazioni politiche e legali.

È vero, infatti, che le ispezioni del CPT sono riservate, ma, come ha sottolineato lo Studio legale Asrin: “Sebbene siamo certamente consapevoli delle convenzioni e delle procedure che vincolano il CPT, sappiamo anche che questo non impedisce al CPT di fornire informazioni sulle condizioni di detenzione dei nostri clienti, dai quali non abbiamo notizie da 29 mesi”.

Nell’interrogazione, il senatore Tino Magni chiede al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di:

Attivarsi per garantire nei confronti del cittadino Abdullah Öcalan e degli altri prigionieri politici il rispetto dei diritti umani, come previsto dalle norme internazionali e dello stesso Stato Turco;

Ricevere le informazioni necessarie a rassicurare l’opinione pubblica internazionale, circa le condizioni psicofisiche del cittadino Abdullah Ocalan e degli altri prigionieri politici Ömer Hayri Konar, Veysi Aktaş e Hamili Yıldırım che si trovano in detenzione sull’isola-carcere di massima sicurezza di Imrali;

Attivarsi per ottenere dal CPT il rilascio del rapporto della visita in Turchia del 2020, nonché una nuova visita urgente per verificare lo stato di salute dei quattro prigionieri politici;

Attivarsi perché si dia attuazione alla sentenza Öcalan v. Turkey (2) della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 18 Marzo 2014, che ha decretato l’illegalità della sentenza inflitta a Öcalan in base all’articolo 3 della convenzione che determina il diritto alla Speranza, decisione tutt’ora in esame presso il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.

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