
Forti disagi previsti per i pendolari e i passeggeri che devono andare da Lecco a Bergamo e ritorno.
Otre al tunnel stradale incagliato a San Girolamo tra Lecco e Calolziocorte, a breve cominceranno anche i lavori per il raddoppio ferroviario della tratta Bergamo–Ponte San Pietro. Dureranno si stima almeno 36 mesi, fino al 2026 inoltrato. Durante l’intervento, i treni della linea Lecco–Bergamo e della linea Milano–Carnate–Bergamo, che passa pure dalla stazione di Paderno d’Adda, su cui viaggiano quotidianamente rispettivamente 15mila e 25mila passeggeri, si fermeranno e faranno capolinea a Ponte San Pietro appunto.
Poi i pendolari lecchesi e brianzoli che sempre più spesso si spostano verso Bergamo per lavoro o studio, dovranno lasciare i vagoni per proseguire in bus, allungando di parecchio i tempi di percorrenza per arrivare a destinazione, oltre che per tornare a casa.
Lo annuncia Franco Lucente, assessore lombardo a Trasporti e Mobilità sostenibile, in risposta a una interrogazione presentata dal consiglieri regionali del PD Gian Mario Fragomeli, Davide Casati e Jacopo Scandella: “Per la realizzazione del raddoppio di prima fase, la tratta ferroviaria Ponte San Pietro – Bergamo sarà chiusa per circa tre anni. I lavori preparatori, attuati per fasi, sono partiti il 12 giugno scorso e si concluderanno a febbraio. Il 4 febbraio 2024 è la data prevista per l’avvio dei lavori di realizzazione del raddoppio la cui conclusione è prevista entro il 2026. In quest’ultimo periodo stiamo presidiando le attività relative alla riorganizzazione del servizio ferroviario e coordinando l’organizzazione dei servizi bus sostitutivi”.
Nel frattempo però Lucente non manca di elogiare l’operato di Trenord, attaccando le opposizioni per l’aumento dei compensi del Direttore Generale del Gruppo FNM, che ricopre anche la carica di Amministratore delegato di Trenord, e ricordando l’arrivo di oltre 200 nuovi treni acquistati da Regione Lombardia per dare futuro al sistema ferroviario regionale.
“Trenord – aggiunge Lucente – è tornata a trasportare, dopo la pandemia, oltre 750.000 viaggiatori al giorno con oltre 2.200 corse: un’offerta che non ha alcun paragone nel sud Europa. La qualità del servizio è fortemente condizionata da limiti infrastrutturali che da tempo determinano disservizi. In particolare, negli ultimi mesi la responsabilità dell’infrastruttura, non gestita da Trenord, è crescente: guasti alla rete e ai passaggi a livello, ritardate attivazioni dopo i lavori notturni, scelte di circolazione che penalizzano i treni regionali, rallentamenti generati dai lavori in corso cui si aggiungono gli imponderabili e devastanti eventi meteo”.
Questo il commento del PD Lombardia
“Mentre ogni giorno lombarde e lombardi devono affrontare continui disagi, ritardi e cancellazioni dei treni e i servizi peggiorano sempre più, l’amministratore delegato di Trenord e Dg di Fnm si aumenta lo stipendio del 20%, raggiungendo i 627.000 euro, superando persino manager di aziende con fatturati più elevati. Nonostante la Regione detenga il 57% delle quote dell’azienda, la Giunta non ha mosso un dito, abdicando al proprio ruolo di controllo e limitandosi a dire che le scelte sui compensi spettano alla società.
Trenord ha ottenuto un rinnovo decennale del contratto di servizio senza gara, nonostante le scarse performance, e adesso la dirigenza è stata pure premiata. Una vera presa in giro nei confronti di tutti i pendolari.
La Giunta Fontana continua con il suo immobilismo imbarazzante.”
In allegato la risposta dell’assessore Lucente ai consiglieri regionali del PD