• 18 April 2024
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Oltre la malinconia. Malinconia sociale. È il sentimento con cui il Censis descrive gli italiani nel Rapporto annuale che scatta una fotografia sociale del nostro Paese. È un sentimento che ben si accompagna anche alla Lombardia, malinconicamente avviata su una china che la vede arretrare rispetto alle principali regioni europee e perdere posizioni anche tra le italiane. Non si può che parlare di malinconia, anche se si guarda al governo di Regione Lombardia: le tante eccellenze sociali, economiche e accademiche della nostra regione non si riconoscono ormai da tempo in una classe dirigente mediocre, preoccupata solamente di mantenere il controllo clientelare del proprio consenso e di non perdere il controllo della regione.

Ora il destracentro ha cambiato il proprio baricentro, spiccatamente romano, e in Lombardia si manifestano crescenti malumori e lacerazioni in quel campo.
È da qui che si può e si deve ripartire per dare un nuovo respiro alla Lombardia e per questo serve un radicale cambio di rotta, come il candidato presidente del centrosinistra Pierfrancesco Majorino ha chiaramente affermato. Un cambio di rotta che porti a superare la malinconia che mal si addice alla Lombardia e che rischia di lasciare troppi spazi a coloro che intendono infiltrarsi in un’economia ancora ricca, ma non sempre sorretta da una rete di relazioni sociali e politiche con anticorpi sufficienti a espellere tentativi di corruzione e malaffare.

A questo proposito, non c’è malinconia, ma rabbia per quello che sta emergendo a Bruxelles: è inaccettabile che attuali o ex rappresentanti politici del campo progressista abbiano venduto il proprio ruolo per promuovere interessi di paesi esteri intenti a ripulire la propria immagine internazionale. Ancora più odioso il fatto che la corruzione sia avvenuta dietro lo schermo della difesa dei diritti umani. Nessuno può sentirsi al riparo dalle tentazioni di cedere alla lusinga del denaro: la malinconia rischia di portare rassegnazione e di indurre a cercare pericolose scorciatoie personali. Per questo serve un netto cambiamento in Lombardia e l’accordo tra le forze progressiste, aperto ora al Movimento 5 Stelle, apre un promettente percorso verso le elezioni del 12 e 13 febbraio. 

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