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 "Basta sono indegna". "In classe non respiro". Sono le parole di Beatrice, Eleonora, Polly. Sono le testimonianze di un disagio crescente che tocca gli adolescenti ed i piu' giovani, un'emergenza a cui non si puo' non fare fronte con un'azione trasversale che tocca piu' ambiti non solo l'istruzione. E di fronte ad una emergenza come questa il Governo taglia fondi all'istruzione e interviene su 18App, festeggiando con spirito ideologico la riscrittura e l'abolizione. 

Una misura pensata come forma di ingresso universale alla cittadinanza trasformata in una concessione benevola dall'attuale Governo di destra. E allora mi chiedo: ma quei ragazzi che sono in difficolta' che, a prescindere dal reddito della propria famiglia, in questo momento avrebbero ancor piu' bisogno di sostegno, di investimenti anche culturali oltre che nell'istruzione, in quale categoria devono essere collocati? Quella del merito o del demerito? Chi resta indietro- per appartenenza familiare, per difficolta', per disagio- in quale categoria si colloca per questa maggioranza di Governo? E' destinato a rimanere inesorabilmente indietro? Forse questo tema non vi interessa dal momento che decidete- con un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione- di condizionare all'assolvimento dell'obbligo scolastico la percezione del reddito di cittadinanza per i piu' giovani. Senza intervenire sul perche' questo obbligo non e' stato assolto.

In questa legge di Bilancio mancano gli investimenti nella Cultura: nella scuola, nelle universita', nell'educazione 0-6 anni. Questa, purtroppo, non e' una manovra per giovani. Non e' una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo provato a migliorarla nelle lunghe giornate e serate passate in Commissione Bilancio. Non ci avete ascoltato e con la manovra che oggi discutiamo in quest'Aula fate un torto al Paese e al suo futuro". Lo ha detto in Aula Irene Manzi, deputata e capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio. (AGI)

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