• 14 May 2024
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Dall’alba al tramonto si potrà cacciare. Di più, un’ora dopo la discesa del sole, che certe specie si mostrano a ora tarda. Fratelli d’Italia, il partito della caccia, con il ministro Francesco Lollobrigida orgoglioso cacciatore, figlio e nipote di cacciatori, è pronto a cambiare la “157/92”, legge che da trentun anni norma la questione lasciando alle Regioni un buon margine di scelta. Da sempre la destra forza la mano su tempi e modi venatori, chiede deroghe, ampliamenti, e alla fine – grazie a un testo depositato in Senato lo scorso 5 dicembre, in nona commissione – lo farà in maniera ampia. Si può serenamente dire devastante.

“Metteremo mano alla riforma sulla caccia subito dopo la Legge di bilancio”, ha assicurato lo scorso 1 dicembre Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, parlando a Pistoia “in nome del governo”. La traccia della discussione, che potrebbe iniziare già a gennaio, sarà il testo scritto dall’eurodeputato Fdi Sergio Berlato, l’uomo dei doppiettisti, e depositato dal collega nazionale Bartolomeo Amidei. Le proposte contenute nell’articolato sono impegnative.

Solo il 30% del territorio sarà vietato
Innanzitutto, si chiederà di offrire la possibilità di caccia a chi ha compiuto 16 anni, “previo consenso del proprio tutore”. Oggi non si può impugnare un fucile nei boschi se si è minorenni. Quindi, attività venatoria possibile all’interno delle aree protette e demaniali e trasporto delle armi autorizzato nei parchi – sono venticinque quelli nazionali – e nelle riserve, abbattendo il divieto esistente. L’area di proibizione assoluta dell’atto ludico-sportivo non potrà superare il 30 per cento del Paese, il 20 per cento nella zona alpina. “Bisogna riperimetrare le aree protette”, dice l’articolo 4.

Abolite le giornate del silenzio
La caccia vedrà, secondo i suggerimenti del testo costruito su 17 articoli, l’apertura nella prima decade di settembre e chiuderà nella terza decade di febbraio, senza tutti quei vincoli basati sulle preaperture regionali. Ogni doppiettista potrà scegliere tre giorni a settimana per le sue battute: saranno abolite le giornate del silenzio (martedì e giovedì).

L’addestramento dei cani, ora conteggiato come “momento di caccia”, diventerà libero, possibile anche nelle fasi di ferma. I titolari e dipendenti di attività turistiche, agricole e anche venatorie potranno sparare tutto l’anno, basterà essere proprietari, per esemplificare, di un agriturismo. Per quanto riguarda la selvaggina migratoria, ogni possessore di licenza sarà libero di muoversi in tutta la regione di appartenenza e, quindi, avrà trenta giorni per proseguire sul territorio nazionale.

Ogni specie può diventare un’esca
Si potrà cacciare sui campi nevosi (oggi possibile solo sull’arco alpino) e nelle zone di piena dei fiumi (cosa proibita dall’Unione europea). Sarà possibile catturare ogni specie cacciabile per utilizzarla come richiamo, e non più soltanto utilizzando sette specie indicate dalle leggi in vigore. Saranno derubricate a sanzioni amministrative alcuni reati di caccia, considerati dalla destra “minori”.

Ispra sotto la presidenza del Consiglio
Per realizzare tutto questo – atti che non hanno a che fare con una logica di conservazione e riproduzione, ma si ispirano all’idea ancestrale che il cacciatore è il miglior conoscitore dei boschi e dei suoi abitanti – bisogna passare per l’annunciato depotenziamento dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale: l’organo di studio e di garanzia sarà sottratto al ministero dell’Ambiente e incardinato sotto la presidenza del Consiglio dei ministri perdendo la sua fin qui riconosciuta indipendenza. Le regioni potranno dotarsi degli Istituti per la fauna selvatica (Irfs): aumenta il loro potere decisionale, oggi quindici amministrazioni su venti sono in mano al centrodestra.

A proposito della riforma della legge “recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, il senatore Amidei sostiene: “La normativa italiana è, in assoluto, la più restrittiva d’Europa, sia per i tempi di esercizio venatorio consentiti che per il numero delle specie cacciabili che per le modalità con le quali questa attività viene consentita. Gestione non significa imbalsamazione, come tutela non significa intoccabilità”.

Al fine di cambiare la legge 157 l’Associazione per la cultura rurale ha già raccolto 504.200 firme.

Da La Repubblica

AGGIORNAMENTO: su richiesta del Ministro Lollobrigida, viste le numerose proteste sollevatisi soprattutto nei Social, la proposta di legge è stata ritirata !

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