Forse però Vannacci non ha tutti i torti: in un mondo al contrario dove nelle guerre si bombardano gli ospedali invece dei soldati nemici, dove gli eroi da tempo sono i comuni cittadini che si prodigano per il bene degli altri, mentre i soldatini a migliaia muoiono al fronte senza neppure poter lanciar la loro stampella come Enrico Toti, c’è anche qualcuno come Vannacci che ci deve dare delle lezioni.

Ultimamente, devo dire, la mia personale considerazione dei Generali italiani era invece abbastanza risalita, soprattutto dopo aver ascoltato in diverse trasmissioni televisive ottime e lucide analisi delle situazioni in campo in Ucraina e sul Donbass (come ad esempio hanno fatto i Generali Claudio Graziano e Marco Bertolini).

“Stai a vedere – mi ero quasi illuso – che in Italia c’è un settore, in realtà strategico, cioè la Difesa, dove veramente la carriera corrisponde al merito e a una certa intelligenza ?”.

Poi però arriva Vannacci a rovinare tutto ! Uno che si è autoparagonato a Giulio Cesare (non è stata colpa di Cazzullo, come ha detto a Calolzio) che era stato mandato all’Istituto Geografico Militare (che è un Istituto più culturale che militare, e sicuramente prestigioso, dove probabilmente Vannacci ci stava come i cavoli a merenda) probabilmente per non fare altri casini, e che col suo libercolo ha sollevato tutto questo putiferio. Probabilmente in effetti sarebbe stato meglio ignorarlo, e lasciarlo al vasto Club di insignificanti “odiatori da tastiera”.

A proposito di Cesare, io ero anche rimasto a un concetto molto classico dei Generali, per i quali ho sempre avuto il massimo rispetto.
Persone dure ma senza paura che dedicano la loro vita alla Patria, alla Società, pronti al sacrificio e alla morte, ma che soprattutto sanno che devono sempre dare il buon esempio ai loro sottoposti.
Fu così anche in Russia, nel 1942 (Generale Messe), in Africa, ad El Alamein, senza andare troppo indietro agli antichi Romani.
Ci sono sempre stati grandissimi Generali italiani, che hanno combattuto a fianco dei loro soldati, anche nella I Guerra Mondiale.
L’Esercito Italiano si sforza ancora oggi di dimenticare la catastrofe del Settembre 1943, che qualcuno invece continua a rievocare prodigando medaglie agli eredi di chi all’epoca buttò a terra il fucile per consegnarsi ai Tedeschi (tranne qualche raro caso come a Cefalonia) .

L’Esercito invece si è comportato molto bene, in questi ultimi decenni, in tutte le missioni militari all’estero: in Iraq, Afghanistan, Etiopia, nei Balcani e molte altre (soprattutto gli Alpini).

Vannacci, ti prego, non rovinare tutto ! Ministro Crosetto, per favore, mandalo in pensione anticipata, oppure in qualche missione di studio in Patagonia !
Basta che ce lo togli di torno, altrimenti qui ridiventano tutti anti militaristi (altro che il 2% del PIL per le armi ) !

Enrico Baroncelli

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