• 18 April 2024
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Il Parlamento europeo approva una risoluzione per chiederne il riconoscimento e il sostegno alla Commissione e agli Stati membri, il plauso di ANCMA.
Favorire la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”, sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo dell’industria di riferimento, promuovere l’utilizzo in sicurezza, l’infrastrutturazione ciclabile e l’intermodalità. E poi ancora: rilanciare il ruolo cruciale della bicicletta nella mobilità urbana, nello sport, nel turismo e, soprattutto, l’importanza economica e strategica del settore ciclo.

Sono questi solo alcuni dei principali obiettivi contenuti nella risoluzione approvata oggi dal Parlamento europeo, attraverso cui l’assemblea eletta chiede il riconoscimento dell’industria ciclistica nella strategia industriale dell’UE.

Il documento votato esorta quindi la Commissione europea e gli Stati membri a considerare il contributo significativo dell’industria ciclistica all’economia europea e il suo potenziale di crescita futura. E per questo il Parlamento europeo sottolinea la necessità di un maggiore sostegno da parte dell’UE agli investimenti del comparto volti, ad esempio, a incentivare processi di reshoring e di tutela delle catene di fornitura, alla creazione di cluster ciclistici e alla formazione professionale, stimolando così la competitività dell’industria europea.

L’atto di indirizzo del Parlamento europeo è stato accolto “con entusiasmo” in Italia della rappresentanza delle imprese del settore, Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). In una nota diffusa oggi il presidente dei produttori e distributori italiani Paolo Magri sottolinea il “buon esisto di un lavoro condotto anche grazie alla preziosa azione dell’associazione europea CONEBI. Quello del Parlamento europeo è un atto forte, che costituisce l’inizio di un percorso di dialogo anche con il Governo nazionale, che ci auguriamo concreto e proficuo, soprattutto per il nostro Paese che, con oltre il 20%, detiene saldamente il primo posto nell’Eurozona per produzione”.  

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