Le giovani #Neet donne sono il 27% sul totale della popolazione, sono giovani lontane dal mondo del lavoro: non lo cercano un lavoro e non sono disponibili all’occupazione.
Sono soprattutto madri e hanno su di sé il carico della cura, che una società, ancora fortemente patriarcale, e una cultura fondata su stereotipi antichi, attribuisce quasi esclusivamente a loro.
I primi interventi da compiere sono sul sistema scolastico individuando ed applicando gli strumenti più efficaci per fermare l’emorragia di chi abbandona gli studi o sceglie di non continuare perché in condizioni di precarietà economica e di fragilità culturale, molto spesso appartenente a famiglie migranti.
Interventi altrettanto urgenti sono quelli poi sul lavoro povero e sul lavoro nero e senza tutele.
Grazie a Cristina Tajani per aver sottolineato la sempre più urgente necessità “di lavorare con maggior prossimità rispetto ai cittadini per l’implementazione di processi che coinvolgano i soggetti vulnerabili.”
Per migliorare la condizione dei giovani Neet nel mondo della formazione e del lavoro sono dunque necessari interventi pubblici più efficaci e un chiaro atto
di coraggio della politica capace di investire davvero sulle nuove generazioni senza bollarla come composta da bamboccionə.
Non si può poi non tenere conto della zavorra pesante che è sulle spalle di chi parte da condizioni sociali svantaggiate, che impediscono una vera mobilità sociale.
“Datemi un po’ di futuro, altrimenti soffoco”.
Ha scritto qualche ragazzo o ragazza su un muro a Gratosoglio.
E noi non possiamo abdicare a questo impegno.