Il lavoro come pilastro dell’identità del Partito Democratico, al punto da inserirlo nel nome e nel simbolo del partito. L’idea è di quelle che riscuotono successo fra i dem, in particolare nella sinistra del partito che, infatti, plaude quasi all’unisono all’idea del sindaco di Bologna, Matteo Lepore
Matteo Lepore, infatti, con un intervento pubblicato da “Repubblica” si sofferma sul congresso in corso e premette: “Avanzo questa idea come contributo alla discussione costituente e congressuale, augurandomi possa essere colta trasversalmente dai candidati e dalle candidate, dalla platea che sarà chiamata a discutere la nuova carta dei valori e lo statuto”.
Lepore propone una nuova politica laburista democratica e, in questo senso, il cambio di nome sarebbe anche un richiamo alla Costituzione: “Affiancare al concetto di democrazia quello del lavoro significherebbe meglio determinare cosa gli elettori e le elettrici debbano aspettarsi dalla nostra comunità politica. Ci servono coraggio e idee chiare da cui partire. Oggi, io ne propongo una, sperando possa fare discutere dentro e fuori. Aggiungiamo al nome Pd la parola ‘lavoro’, per affermare chi siamo e dove vogliamo andare. Ritorniamo alla terra e alla vita reale. Inauguriamo un tempo nuovo, ci fara’ bene. Per le persone, per l’Italia e il suo futuro”, conclude.
“Noi siamo dei laburisti, siamo coloro che devono garantire l’uguaglianza nella società e qual è l’argomento principe per garantire l’uguaglianza se non il lavoro? Per questo condivido l’intervento di Matteo Lepore”, spiega il responsabile Enti Locali della segreteria dem, Francesco Boccia. Anche Nicola Zingaretti sorride all’idea del sindaco di Bologna: “Bella la suggestione di Matteo Lepore. Un contributo, un segnale e indirizzo chiaro sulle cose da fare per cambiare”.