Ho sempre condannato l’omicidio di Sergio Ramelli, in tutti i ruoli che ho avuto. Partecipai, all’inaugurazione dei giardini a lui intitolati da capogruppo dei DS a Milano, perché sono stato e sarò per la condanna sempre della violenza politica, ma trasmettere la sera dell’anniversario della bomba di Piazza Fontana, per la quale la Cassazione nel 2005 stabilì che la strage fu opera di «un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine nuovo» e «capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura» fascisti orgogliosi e condannati per altre attività eversive, è una chiara provocazione politico-culturale.
Da respingere. Io penso che la sera del 12 Dicembre dovrebbero essere trasmessi documentari sulla strategia della tensione che ebbe inizio in quel periodo, sui suoi addentellati con i servizi deviati e con l’eversione neofascista, dalla TV di Stato. Poi tutta la verità possibile sull’assassinio di Ramelli provocata da un aggressione di esponenti dell’estrema sinistra è un dovere, ma fatta in questo giorno è una provocazione.
E temo che non sia che l’inizio.