• 14 May 2024
0 Comments

2067 GRAZIE
Ieri abbiamo assistito all’ennesima débâcle del centrosinistra in Regione Lombardia. Pierfrancesco Majorino ha fatto una bella campagna elettorale, che ha dimostrato che una Lombardia diversa è possibile. È stato generoso ad accettare una candidatura oggettivamente complicata, complice anche una totale miopia della classe dirigente del PD Lombardia che, dopo aver evitato in tutti i modi di costruire un percorso di opposizione dal 2018 al 2022 e di individuare una personalità riconoscibile come candidato presidente alle Elezioni successive, si è ritrovata a chiedere a Majorino uno sforzo sovrumano, in un territorio dove (Milano esclusa) non era per nulla conosciuto. 

Certo, in provincia ci saremmo aspettati di vederlo di più, mentre spesso si sono privilegiati gli incontri milanesi, in luoghi dove non c’era la necessità di aumentare la notorietà. Ma in due mesi qualunque sforzo sarebbe risultato vano. 
Ci ritroveremo ancora una sanità sempre più privatizzata, un trasporto pubblico che ancora non funzionerà e un’iniquità sempre più marcata. 
Noi però non smetteremo di combattere. 
Il dato più allarmante è quello dell’affluenza. In Lombardia ha votato meno del 42%, in provincia di Lecco facciamo un pochino meglio, ma non arriviamo al 45%. 
Non esito a chiamarlo allarme democratico. 
Certo, le elezioni regionali non hanno lo stesso appeal di altre consultazioni. Certo, questa volta non erano in contemporanea alle Politiche. Certo, la sfiducia nella politica. Certo, erano belle giornate. Non sono alibi. 

La Politica tutta (con la P maiuscola, sì) deve interrogarsi su dove vuole andare: un’oligarchia o una democrazia? Da destra a sinistra credo sia necessario fare un ragionamento serio, ripartendo a seminare dai territori pratiche di politica buona, dal basso, che faccia comprendere l’importanza dell’impegno civico, come nel mio piccolo sto facendo insieme ai Giovani Democratici Lecco. 
E a proposito di giovani, ancora non ho sondaggi alla mano sull’affluenza per fasce d’età, ma la sensazione avuta ai seggi è quella di un disinteresse totale da parte della mia generazione che sceglie in gran parte di non votare e di far scegliere, se va bene, ai propri genitori o ai propri nonni il proprio futuro. Una delega che non possiamo permetterci: è troppo importante costruire insieme il nostro mondo in questo scenario di crisi economica, ambientale, sociale. 
Un diritto, quello di voto, troppo spesso derubricato a un accessorio, senza pensare a quanto sia stato faticoso ottenerlo, ma senza pensare nemmeno agli amici nati in Italia da famiglie straniere che si sudano la cittadinanza o a quelli che vivono lontano dalla propria residenza, che questo diritto non ce l’hanno. 
Ma venendo a noi, a me, alla provincia di Lecco, non posso che ringraziare con il cuore le 2067 persone che hanno voluto scrivere il mio nome sulla scheda di fianco al simbolo del PD provincia di Lecco. 
Ottenere oltre 2000 preferenze nella nostra provincia, a soli 24 anni, è un risultato straordinario, frutto del duro lavoro portato avanti con una squadra di valore, partita dal basso, fuori dalle logiche di potere, instancabile e appassionata. Soprattutto alla luce di un’affluenza così bassa (2067 preferenze su 23606 voti di lista) e di altri candidati PD con un’esperienza e una storia non paragonabili alle mie. 

Anche per questo motivo, insieme a Gian Mario e Simona, a cui va il mio ringraziamento per essersi spesi senza mai fermarsi, il PD ha dimostrato di essere l’unica alternativa al centrodestra, promuovendo candidature apprezzate trasversalmente, riportandosi sopra il 22% dopo il disastro delle Politiche e tornando a essere primo partito in tanti Comuni. 
Il tutto in uno scenario in cui nella nostra provincia bastano 2600 preferenze per entrare in Consiglio al primo partito e in una Regione in cui al movimento 5 Stelle ne bastano 416 per eleggere una consigliera a Brescia. 
La mia campagna è stata intensa: non mi sono risparmiato neanche un giorno, in giro tra stazioni, mercati, ospedali e tanti altri luoghi significativi della nostra provincia, senza la necessità di sbandierare di girarla tutta, come se fosse un safari tra meraviglie mai visitate prima. 

Per questo sono fiero di avere ricevuto voti in 77 degli 84 Comuni del lecchese, arrivando in maniera capillare in tutti i circondari e portando le istanze di tutti i territori. 
Sono stato il candidato underdog, contro tutti i favori del pronostico, senza l’appoggio di un partito concentrato a tirare la volata ad altri, ma sono riuscito a parlare all’esterno delle solite reti di conoscenze, a sudarmi ogni voto, con il tentativo di allargare il più possibile a chi non ha più fiducia in noi. 
Questo è il contributo che voglio e vogliamo dare al Partito Democratico. Siamo qui per lavorare sodo e lo faremo senza risparmiarci, come fatto finora. 
Congratulazioni e buon lavoro a Gian Mario, Giacomo e Mauro per portare avanti un lavoro attento per il territorio lecchese. 
Non ci fermiamo, siamo solo all’inizio. Tocca a noi.
Al lavoro e alla lotta!

Condividi l'Articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *