“Il Ministro dell’Istruzione Valditara non si smentisce: il suo spirito democratico e il richiamo dei principi costituzionali affiorano a intermittenza, a seconda del contesto. Il Ministro colpisce con critiche e censure la preside Savino, che ha scritto una lettera ineccepibile per condannare la violenta aggressione agli studenti fiorentini del Liceo “Michelangiolo”, mentre interviene prontamente ad applaudire la lettera del preside Di Mario, del liceo milanese “Carducci”, che giustamente condanna le inqualificabili immagini e relativi messaggi contro il Ministro stesso e il Presidente del Consiglio.
Quest’ultimo gesto è sicuramente deplorevole, e noi lo condanniamo con fermezza e senza indugio – ricordo che siamo già intervenuti per primi, lo scorso novembre, a condannare gesti analoghi occorsi a Bologna (https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=693706878767162&id=100043835694050) Ma che scuola è quella a cui pensa il Ministro Valditara e a quali valori dovrebbe ispirarsi? Quando si offendono gli esponenti delle Istituzioni si interviene prontamente, mentre quando vengono picchiati studenti – peraltro ad opera di militanti che si riconoscono nel partito di maggioranza relativa al governo – si censura l’educatore che condanna l’aggressione. I valori democratici, i principi costituzionali non si possono invocare a corrente alternata, a seconda del contesto e delle circostanze di comodo. Non lasciamo dividere l’Italia in particolare quando ragioniamo sul progetto formativo ed educativo offerto ai nostri giovani.
Dobbiamo batterci per un’offerta scolastica di alta qualità per tutti, da Nord a Sud. Dobbiamo contrastare i tagli e i tentativi di operare differenziazioni che finiscono per aumentare le diseguaglianze già esistenti. E quanto ai valori in gioco, sia chiaro: noi apprezziamo il gesto di entrambi i presidi e ribadiamo l’universalità dei principi richiamati nei loro messaggi agli studenti. L’Italia è una e, viste le scelte di questo Governo, la difesa della Costituzione e della scuola spetta a noi – tanto nelle Istituzioni quanto nelle strade del Paese.” Giuseppe Conte