
È questa l’immagine del Pnrr, visto dai lato cruciale della spesa effettiva, disegnata dalla Corte dei conti nelle 386 pagine della relazione semestrale al Parlamento che sarà presentata martedì prossimo.
In base ai dati emersi i magistrati contabili calcolano in 20,441 miliardi la spesa effettiva realizzata a fine 2022. Con un aggiornamento ulteriore al 13 marzo scorso, il contatore sale a 23 miliardi, legati a 107 (105 investimenti e 2 riforme) delle 285 misure elencate dal Pnrr. Il tasso di realizzazione si attesterebbe quindi al 12% delle risorse complessive messe a disposizione da qui al 2026.
Come ha sottolineato Andrea Quartini (M5S), tra le voci più preoccupanti c’è sicuramente la salute: dove la lentezza del governo sta mettendo a rischio tre miliardi di euro. Si tratta di due miliardi previsti per la realizzazione di oltre 1400 case di comunità e un miliardo per la costruzione di più di 400 ospedali di comunità. Strutture che andrebbero realizzate entro la metà del 2026 e che sarebbero fondamentali per l’assistenza territoriale e per il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Sarebbe assolutamente inaccettabile perdere tre miliardi per la nostra sanità, il governo deve agire subito.
A questo si aggiungono i capitoli sull’Inclusione e coesione con 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca si arranca fino al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876).
Per rimediare, il programma prevede ora un’impennata della spesa. Che dovrebbe passare dai 20,44 miliardi dei primi tre anni ai 40,908 di quest’anno su su fino ai 46-48 miliardi annui del 2024-25. Un’accelerazione a cui non sembra credere nemmeno il governo, che infatti continua a Bruxelles il negoziato incessante sul ripensamento del Piano.
Da un articolo di Manuela Perrone e Gianni Trovati de Il Sole 24 ORE
Movimento 5 Stelle