Il Covid rialza la testa !
Segnalo i dati dell’ultimo bollettino del Ministero della Salute sul Covid In Lombardia abbiamo avuto 120 decessi in 7 giorni, quasi un quarto di quelli registrati in Italia. I decessi per …
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Segnalo i dati dell’ultimo bollettino del Ministero della Salute sul Covid In Lombardia abbiamo avuto 120 decessi in 7 giorni, quasi un quarto di quelli registrati in Italia. I decessi per …
Segnalo i dati dell’ultimo bollettino del Ministero della Salute sul Covid
In Lombardia abbiamo avuto 120 decessi in 7 giorni, quasi un quarto di quelli registrati in Italia. I decessi per Covid sono conteggiati come quelli per gli incidenti stradali. Questi ultimi sono calcolati entro i 30 giorni dall’incidente poi non vengono conteggiati nel novero dei decessi per trauma stradale. Tutti i deceduti successivi hanno come concausa ma non come causa di morte l’incidente, per cui il numero di decessi stradali è molto inferiore alla realtà. Per il Covid i tempi sono differenti ma non vengono presi in considerazione i danni che ne derivano. Per cui sono, comunque, sottostimati
Il numero dei casi identificati è stato di poco più di 12 mila. Considerato che la mortalità per Covid è di un decesso ogni 1500/2500 casi noi abbiamo avuto, in realtà tra 180 e 300 mila casi tre settimane prima (i decessi avvengono circa 20 giorni dopo l’inizio della infezione)
GIUSEPPE IMBALZANO
PRESIDENTE MELONI E GOVERNATORE FONTANA SIGLANO ACCORDO PER FINANZIARE PROGETTI STRATEGICI IN LOMBARDIA FIRMATA L’INTESA RELATIVA AL FONDO DI SVILUPPO E COESIONE OPERE IMPORTANTI PER MILANO E PER IL TERRITORIO REGIONALE …
PRESIDENTE MELONI E GOVERNATORE FONTANA SIGLANO ACCORDO PER FINANZIARE PROGETTI STRATEGICI IN LOMBARDIA
FIRMATA L’INTESA RELATIVA AL FONDO DI SVILUPPO E COESIONE OPERE IMPORTANTI PER MILANO E PER IL TERRITORIO REGIONALE
Il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, hanno firmato giovedi 7 dicembre a Milano, nella sede della Fiera, l’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione. Un atto che garantisce alla Lombardia la possibilità di realizzare investimenti per importanti progetti strategici.
INFRASTRUTTURE, UNIVERSITÀ E RIGENERAZIONE URBANA – La Lombardia destinerà le risorse derivanti dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC 2021-2027) a interventi mirati a potenziare le infrastrutture e i trasporti, le università e la ricerca e riqualificare i territori con opere di rigenerazione urbana.
LE RISORSE A DISPOSIZIONE – L’intesa sottoscritta tra Governo e Regione, anche alla presenza del ministro per gli Affari europei e le politiche di coesione, Raffaele Fitto, complessivamente mette a disposizione della Lombardia oltre 1,2 miliardi di euro: 710 milioni di euro per realizzare nuove opere, a cui si aggiungono 315 milioni di euro per il cofinanziamento dei Programmi Regionali 2021-2027 e 185 milioni di euro già assegnati a Regione per l’acquisto di nuovi treni.
MELONI: ACCORDO CON LOMBARDIA TRA I PIÙ SIGNIFICATIVI DAL PUNTO DI VISTA FINANZIARIO – “Questo con la Lombardia è il quinto accordo che firmiamo con una regione – ha detto il presidente Meloni – ed è il più significativo dal punto di vista finanziario, insieme a quello con il Lazio. Sono soddisfatta per un’intesa che si articola su temi qualificanti come la mobilità, le infrastrutture, il diritto allo studio e la riqualificazione urbana. Si tratta di priorità proposte dalla Regione che vengono condivise dal Governo. Per questo – ha concluso il premier – ringrazio il ministro Fitto, il governatore Fontana, il suo vice Alparone e gli uffici che hanno lavorato per questo traguardo”.
FONTANA: LOMBARDIA SEMPRE PIÙ ATTRATTIVA E INTERCONNESSA – “La firma dell’accordo – ha evidenziato il presidente Fontana – segna un passo concreto verso la realizzazione di opere che contribuiranno a rendere la Lombardia ancora più attrattiva, interconnessa, efficiente e competitiva. Abbiamo individuato gli interventi secondo un criterio finalizzato a integrare al meglio le risorse del FSC con i fondi regionali e le altre fonti di finanziamento”.
OPERE SBLOCCATE – “Abbiamo indirizzato i fondi del FSC – ha proseguito il governatore – in particolare su 3 grandi macrotemi: le infrastrutture e i trasporti, sbloccando il nuovo ponte di Ostiglia (MN) o la Variante alla Trivulzia (SO) e acquistando treni nuovi; le università, finanziando interventi fondamentali a Milano e Pavia; e la rigenerazione urbana, attraverso il progetto ‘Fili’ che riqualificherà l’area della Stazione Milano Cadorna e l’area della stazione di Busto Arsizio, e darà ulteriori risorse a 14 progetti di Sviluppo Urbano Sostenibile per affrontare l’aumento dei costi”.
INTESA CON LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO – “Ho apprezzato molto – ha sottolineato Fontana – la visita del presidente del Consiglio in un giorno, quello di Sant’Ambrogio, caro ai lombardi e in particolare ai milanesi: sulla destinazione delle risorse FSC abbiamo trovato un’intesa rapida e ora al lavoro per concretizzare tutto il programma. Un ringraziamento particolare va anche al ministro Fitto che ha seguito con grande impegno questo percorso”.
L’ELENCO DEI PROGETTI – Di seguito le opere incluse nel Fondo di Sviluppo e Coesione con indicazione del finanziamento FSC e del costo totale.
TRASPORTI:
RIQUALIFICAZIONE URBANA:
PROVINCIA DI MILANO:
PROVINCIA DI BRESCIA:
PROVINCIA DI MANTOVA:
PROVINCIA DI PAVIA:
PROVINCIA DI SONDRIO:
PROVINCIA DI VARESE:
COFINANZIAMENTO PROGRAMMI REGIONALI 2021-2027: 315 milioni di euro.
Lombardia Notizie
SAMPDORIA – CALCIO LECCO 1912: 2 – 0SAMPDORIA: Stankovic, Esposito (47° sost. s.t. Ntanda) ,De Luca, Verre (amm. 38° s.t. 43° s.t. sost. Askildsen), Kasami (amm. 48° s.t.) , Giordano, Yepes …
SAMPDORIA – CALCIO LECCO 1912: 2 – 0
SAMPDORIA: Stankovic, Esposito (47° sost. s.t. Ntanda) ,De Luca, Verre (amm. 38° s.t. 43° s.t. sost. Askildsen), Kasami (amm. 48° s.t.) , Giordano, Yepes (44° s.t. sost. Ricci), Murru (amm. 62° p.t., 34° s.t. sost. Girelli), Gonzalez (amm. 42° p.t.), Stojanovic (49° s.t. sost. Ricci) , Ghilardi (amm. 27° s.t.). A DISPOSIZIONE: Ravaglia, Askildsen, Panada, Ricci, Conti, Malagrida, Girelli, Buyla, Costantino, Conti, Ntanda, Delle Monache.
CALCIO LECCO 1912: Saracco, Celjak, Degli Innocenti (35° s.t. sost. Tordini), Bianconi, Sersanti (amm. 30° p.t., 9° s.t. sost. Di Stefano), Caporale(amm. 57° p.t.), Crociata(amm. 45° s.t.), Ionita (18° s.t. sost. Galli), Lepore (18° s.t. sost. Lemmens), Novakovich (18°s.t. sost. Eusepi), Buso. A DISPOSIZIONE: Melgrati, Giudici, Eusepi, Tordini, Battistini, Donati, Marrone, Boci, Di Stefano, Agostinelli, Lemmens, Galli. ALLENATORE: Bonazzoli/Melgrati.
MARCATORI: Esposito( S.) 38° p.t. 26° s.t.
ARBITRO: Perenzoni di Rovereto, ASSISTENTI: De Meo di Foggia, Catallo di Frosinone, VAR: Miele di Nola, AVAR: Di Paolo di Avezzano.
Note. Spettatori paganti 3.281, abbonati 18.299 mila circa, incasso 200234 e 48.978. Ammoniti: Sersanti, Murru, Yepes, Verre, Gonzalez. Angoli: 4-8.
Il Lecco gioca una buona partita, con due importanti occasioni, per i primi 20 minuti, poi, lentamente sparisce dal campo e lascia spazio ad una buona Sampdoria che, con il passare del tempo, alza i ritmi e comprime i Blucelesti nella propria metà campo. Esposito, oggi sugli scudi, è un vero e proprio furetto, si sposta da destra a sinistra mettendo in difficoltà chiunque cerchi di marcarlo.
Da rilevare che il Lecco non ha sciorinato una brillante prestazione, che lo contraddistinto, ad esempio, contro il Bari. I giocatori sono sembrati lenti e incapaci di contrastare il gioco organizzato dei Blucerchiati. Molti errori di disimpegno, fumosi in attacco, a parte le due iniziali occasioni capitate sui piedi di Ionita e Lepore nella prima parte del primo tempo.
Certo la partita di Marassi contro la Sampdoria non era certamente facile, ma oggi i ragazzi del duo Bonazzoli-Malgrati oggi hanno fatto poco per contrastare la straripante voglia di vincere dei ragazzi di Mister Pirlo.
Il primo tentativo di attacco è di Caporale che dalla sinistra crossa, ne esce un tiraccio che finisce fuori dal campo. L’inizio è di marca Bluceleste con ottime trame di gioco che mettono pressione ai Blucerchiati. La prima occasione da rete arriva al 7° con un gran destro da fuori area di Ionita che costringe Stankovic a respingere di pugno in angolo. La partita si gioca su ritmi alti, con continui rovesciamenti di fronte con, però, molte imprecisioni da una parte e dall’altra, al limite dell’area. Al 13° altra grande occasione per il Lecco, questa volte con Lepore, che defilato sulla destra, dai 25 metri, fa partire un esterno destro che risulta a metà tra un cross ed un tiro, con la palla destinata a fine all’incrocio dei pali alla destra di Stankovic, che ancora una volta è costretto a deviare di pugno in angolo.
Dopo una costante pressione del Lecco da cui scaturiscono due angoli, i padroni di casa hanno la loro occasione da rete con Verre che dalla lunetta calcia forte di destra, palla fuori di poco. I Doriani insistono in attacco e provano con un paio di conclusioni appena fuori area, la difesa del Lecco fa muro e respinge con un certo affanno. Al 28° lancio lungo per Esposito che ha l’occasione di battere di testa a pochi metri da Melgrati, ma interviene provvidenzialmente Sersanti che di testa lo anticipa. Al 33° i Blucelesti allentano finalmente la pressione dei Blucerchiati con un paio di conclusioni prima di Ionita e poi di Crociata. La pressione dei padroni di casa viene premiata al 38°, quando Sersanti perde un contrasto con Esposito al limite dell’area, il migliore dei suoi fino a quel momento, il quale fa partire un missile di destro che va a infilarsi all’incrocio dei pali alla destra di Melgrati. Il Lecco non accusa il colpo e si riporta in avanti con Ionita che servito bene entra in area, ma si allunga troppo la palla e l’occasione sfuma.
Secondo tempo pronti partenza e punizione di Verre che costringe Melgrati a tuffarsi all’angolino sulla sua sinistra per respingere. Due minuti dopo una disattenzione della difesa del Lecco libera il solito Esposito che entra solo soletto in area e calcia di esterno destro, palla, fortunatamente per gli ospiti, fuori. Il Lecco è in sofferenza e dopo una piccola sortita in attacco i Blucerchiati si riportano in avanti, mettendo in difficoltà la retroguardia ospite in difficoltà. Al 13° Novakovich perde malamente una palla in attacco, il Lecco si trova scoperto e Verre parte in contropiede servendo Giordano che calcia a botta sicura, ma un prodigioso Celjak in scivolata respinge. Lecco in totale apnea subisce ancora, questa volta è Melgrati a superarsi togliendo la palla dall’incrocio sul tiro di De Luca. Bonazzoli cerca di correre ai ripari inserendo al 18° Galli, Esusepi e Lemmens, per Ionita, Novakovich e Lepore .
Il Lecco però intanto si è perso ed è in balia dei padroni di casa che raddoppiano, neanche a dirlo con il solito esposito che entra in area, di destro supera Caporale portandosi la palla sul sinistro e di interno mette la palla sotto la traversa alla destra di Melgrati. I Blucelesti cercano di reagire con Caporale che di testa gira a rete, ma Stankovich è attento e para.
I ragazzi di Bonazzoli ci credono ancora e si riversano in attacco con Caporale che colpisce di testa, ne esce un tiro centrale che Stankovich para senza nessun problema. Al 40° Eusepi lotta come un leone in area liberandosi di due avversari e calcia a rete con ancora Stankovich che devia in angolo. Sul successivo angolo mischia furibonda in area, ma nessun Bluceleste riesce a deviare in rete la palla che danza nell’area piccola. Al 45° è ancora l’immarcescibile Esposito ad avere la palla sul destro per la tripletta, ma a pochi metri dalla porta spedisce malamente fuori. Proprio all’ultimo minuto di recupero De Luca si trova a tu per tu con Melgrati e lo supera con un bel pallonetto, ma sulla linea un intervento provvidenziale di Celjak ribatte la palla proprio sulla linea di porta.
GIUSEPPE MAZZOLENI
LA MOSSA DI FONTANA E TOTI: IL PUBBLICO COSTRUISCE I NUOVI OSPEDALI DEL PNRRPOI LI DA’ AI PRIVATI CHE CI FANNO I SOLDI A RISCHIO LA SANITÀ PUBBLICA Segnatevi questa data: …
LA MOSSA DI FONTANA E TOTI: IL PUBBLICO COSTRUISCE I NUOVI OSPEDALI DEL PNRR
POI LI DA’ AI PRIVATI CHE CI FANNO I SOLDI
A RISCHIO LA SANITÀ PUBBLICA
Segnatevi questa data: 27 novembre 2023. È la fine della sanità pubblica.
Ora è scritto nero su bianco in una delibera della Regione Lombardia del 27 novembre e nel nuovo Piano Socio Sanitario della Liguria appena approvato: il pubblico – con i fondi del PNRR – costruisce i nuovi ospedali di comunità e poi li affida ai privati che ci faranno i soldi.
Insomma, lo Stato e l’Europa pagano e i privati guadagnano.
E’ arrivato il cavallo di Troia per smantellare definitivamente la Sanità pubblica: gli ospedali di Comunità che stanno nascendo in tutta Italia. La corsa dei privati è già partita.
Il trucco è semplicissimo: le Regioni costruiscono ovunque le nuove strutture. Ma poi si “accorgono” di un dettaglio: mancano i medici e gli infermieri. La soluzione è subito pronta: li affidiamo ai privati e il gioco è fatto.
Lo avevamo già denunciato nei giorni dell’approvazione del Piano Socio Sanitario della Regione Liguria quando il consigliere Stefano Anzalone aveva presentato un emendamento che spalancava le porte ai privati. Noi del centrosinistra eravamo insorti e così alla fine era passata una rivoluzione mimetizzata.
Ma adesso ecco la mossa in grande stile della Regione Lombardia, sempre a maggioranza di centrodestra, che dai tempi di Roberto Formigoni ha fatto a pezzi la sanità pubblica per affidarla ai privati. I risultati, sia in Lombardia che in Liguria, si sono visti ai tempi del covid, quando entrambe le regioni hanno registrato livelli record di contagi e mortalità.
Di cosa stiamo parlando? Gli ospedali di comunità sono piccole strutture diffuse sul territorio dove saranno curate patologie a bassa complessità e verrà ospitato chi ha bisogno di lunghe degenze. Ne stanno nascendo ovunque, soprattutto grazie ai soldi del PNRR.
Ma gli ospedali non sono ancora pronti e arriva il trappolone. Ecco cosa dice la delibera XII/1435 della Regione Lombardia: “Valutato il quadro di contesto legato all’attuale carenza di professionisti medici”.
Non è uno scherzo, è tutto vero: hanno costruito gli ospedali, ma si sono ‘dimenticati’ i medici e gli infermieri per farli funzionare.
Geniale.
E così la Regione Lombardia approva “i requisiti organizzativi, gestionali e strutturali e tecnologici specifici di esercizio e accreditamento degli Ospedali di Comunità“.
Seguono decine di pagine con tutti i dettagli per regolare la privatizzazione. Dalla “manifestazione di interesse rivolta a enti pubblici dell’area non intercompany e privati interessati alla gestione e contrattualizzazione di p.l. di Ospedali di Comunità” fino alla “formazione di una graduatoria provvisoria che subordina i propri effetti al conseguimento della concessione dell’accreditamento regionale… per la gestione dell’Ospedale di Comunità”..
E’ una rivoluzione definitiva per la nostra sanità. Ma nessuno apre bocca, nessuno ne parla. L’hanno venduta come la riforma della salute realizzata con il PNRR e invece è la privatizzazione definitiva della nostra sanità pubblica.
Tutto pagato con i soldi pubblici.
Marzio
Partito Democratico
La costruzione di 750 ospedali di comunità con 36 mila posti letto appare certamente una scelta importante e di grande respiro con un investimento di 2 miliardi di euro.Ma noi vogliamo …
La costruzione di 750 ospedali di comunità con 36 mila posti letto appare certamente una scelta importante e di grande respiro con un investimento di 2 miliardi di euro.
Ma noi vogliamo porre alcune riflessioni e valutazioni nel merito di una scelta e delle condizioni generali della situazione ospedaliera in Italia.
In Italia abbiamo oltre mille stabilimenti di ricovero e cura con una distribuzione inadeguata e una concentrazione nelle Regioni del centro nord.
Alcune Regioni sono scarsamente dotate di strutture sanitarie moderne e di tecnologie per garantire una diagnosi rapida e approfondita che consenta di avviare terapie utili per la soluzione dei problemi clinici e delle attività assistenziali necessarie.
Attivare strutture che non possono essere definiti “ospedali” ma che possiamo, recuperando un termine del passato, definire “infermerie”, deve far riflettere sulle reali necessità di questi servizi, sull’utilità e sui costi effettivi, sia di edificazione, revisione di vecchie strutture sanitarie, che di gestione e di efficacia nell’offrire risposta a bisogni effettivi e con quale livello di assistenza.
Il primo problema è dove ci sono queste esigenze di “ricovero” dove i malati non hanno una famiglia che li supporti. Poi quando queste esigenze si manifestano. Altro elemento da valutare è la modalità di gestione di questi malati, i servizi offerti e la qualità della assistenza proposta, la durata del ricovero e le modalità e condizioni per il ricovero stesso.
Una struttura con circa 50 letti, che abbia ambienti accoglienti e adeguati alle esigenze dei diversi ammalati, abbia i servizi necessari e un minimo di servizi di diagnostica, deve avere almeno 2000/ 2500 metri quadrati di superficie.
La spesa prevista per singola struttura è di circa 2,6 milioni di euro.
Il personale necessario, con le valutazioni per l’accreditamento, per garantire il servizio H24 per 7/7 giorni è di circa 50 unità per tutti i servizi necessari con almeno 5 medici e l’appalto di alcuni servizi come la ristorazione, la lavanderia, pulizie, manutenzione, riscaldamento, raffrescamento oltre ai farmaci, presidi etc.
Il costo di gestione è superiore a 3/4 milioni di euro all’anno.
Tecnologie, aree di sicurezza, rifiuti urbani, rifiuti speciali, esami e radiografie, elettrocardiogrammi ed ecografie e molto altro.
Naturalmente i costi di gestione sono sottostimati.
È necessario valutare se il personale sia disponibile e pronto ad essere inserito, se il personale medico sia adeguato per l’attività e i servizi che deve svolgere, se e quali tecnologie potranno essere acquisite e chi le gestirà, e molto altro, considerato che il riferimento alla organizzazione di una struttura sanitaria obbliga ad avere una gestione comunque di alto profilo di sicurezza e professionale.
Le giornate di degenza potenziali sono circa 18 mila all’anno.
Il costo di questo servizio corrisponde, per giornata di degenza, a circa 200 euro al giorno.
Ma la criticità maggiore è gestire il fabbisogno di assistenza, la modalità e il periodo in cui questo debba essere soddisfatto.
È noto che durante l’estate i ricoveri sono ampiamente ridotti in quantità e come tipologia assistenziale, e che il periodo di maggiore afflusso, in condizioni normali, è il tardo autunno sino all’inizio della primavera. Sono, mal contati, circa 5 mesi in cui vi è un fabbisogno assistenziale che spesso eccede il fabbisogno di posti letto disponibile in ospedale per la concentrazione di numerose e diverse patologie.
Il costo a giornata di degenza effettivo, secondo una occupazione del 50% circa, diventerebbe di oltre 400 euro.
Per un servizio che viene proposto come un albergo medicalizzato o poco più.
Le criticità, oltre alle considerazioni di merito sulla costruzione o ristrutturazione di ambienti per queste specifiche attività, sono la carenza di personale, la gestione e, naturalmente, il costo per un servizio che ha relativamente poca utilità pratica e per molte condizioni di distanziamento, non consentirebbe neanche ai parenti di raggiungerlo in modo adeguato.
La spesa, fissa, che verrebbe a pesare sul servizio sanitario è di oltre 3 miliardi di euro all’anno.
Considerate le criticità che ha il sistema sanitario, oltre a dover importare personale infermieristico da altri Paesi, avrebbe un peso economico non indifferente e, probabilmente, la realizzazione di questa soluzione non potrebbe essere concretizzata.
Diverso è avere a disposizione un numero di letti per i ricoveri “protetti”.
Volendo immaginare che i 36 mila letti venissero utilizzati per i 180 giorni che abbiamo indicato (e riteniamo che siano in eccesso), nelle case di riposo “clinicizzate”, come le Residenze Sanitarie Assistite (RSA), noi avremmo un costo giornaliero per assistito di circa 100 euro, con una spesa molto inferiore a 1 miliardo di euro all’anno (650 – 700 milioni di euro), senza nessun problema di gestione e di costi di costruzione, di utilizzo dei letti quando sono effettivamente necessari e senza preoccupazioni perché già pronte, senza dover affrontare iniziative di assunzione, sostituzione, garanzia di turni e servizi etc
GIUSEPPE IMBALZANO
PARTITO DEMOCRATICO