Il servizio di Report sulle Case della comunità in Lombardia è drammatico, ma purtroppo rivela semplicemente cio’ che da mesi stiamo denunciando.
Le Case della Comunità, che dovrebbero essere fulcro della nuova sanità territoriale, aperte fino a 24 ore, 7 giorni su 7 e presidiate da medici di medicina generale, infermieri, specialisti e assistenti sociali, per evitare che le persone vadano ad affollare i pronto soccorso, in Lombardia sono ad ora esattamente gli stessi presidi di prima.
Il duo Fontana – Moratti ne ha inaugurate
a raffica, nei mesi scorsi, 32 case di comunità su 216 previste, ma sono state solo vergognose operazioni estetiche: si sono semplicemente cambiati nome e insegne e riqualificati i muri, ma i presidi non garantiscono minimamente quegli standard di medicina di prossimità che dichiarano e che dovrebbero erogare in coerenza col PNRR.
La dimostrazione evidente che:
1) in Lombardia non si sta facendo nulla di nulla per la medicina territoriale
2) si stanno usando i soldi del Pnrr per ristrutturare muri, per lo più di proprietà della Regione, ma poi non si è nelle condizioni di dotarli di personale sanitario secondo gli standard previsti
3) Attilio Fontana e Letizia Moratti hanno perseguito la STESSA politica sanitaria, con una fortissima piegatura verso l’interesse privato e senza alcuna regia pubblica né alcun disegno di potenziamento della medicina di prossimità
4) Letizia Moratti non può minimamente accreditarsi come la promotrice di una visione diversa avendo sancito lei medesima, con la sua riforma, l’equipollenza pubblico – privato in sanità.
Mi pare evidente che si stiano apparecchiando le condizioni per poi ricorrere ancora a “fare gestire i muri” e le prestazioni di “medicina di prossimita” alla sanità privata, asservendo ancora una volta la salute e i malati a mere logiche di profitto e senza presidio pubblico.
Una vergogna inaudita, a cui va opposto un cambiamento di rotta radicale.