La giunta Fontana non si vergogna di aver tagliato i suoi contributi alla #Cultura e ai #Teatri, anzi giustifica i tagli in modo inaccettabile.
Oggi, in Consiglio regionale, ho dovuto ascoltare parole che sono vergognose e che non avrei mai voluto sentire: l’assessore regionale alla Cultura, il leghista Galli, rispondendo a una mia interrogazione sul tema, ha detto testualmente che i tagli sostanziosi dei contributi regionali al settore, culturale, in particolare ai teatri, sono quasi “meritati”.
Parlo di istituzioni eccellenti come il Teatro alla Scala, il Piccolo Teatro, il Centro teatrale Bresciano, che hanno subito una riduzione di contributi regionali nella misura anche del 50% con motivazioni inaccettabili.
Parlo di teatri anche di dimensioni più piccole che hanno visto una riduzione dei fondi del 20% e più.
Galli ha sostenuto che i teatri hanno tanto goduto di ristori per il Covid che hanno fatto finalmente quadrare i loro bilanci.
Sì, proprio così: per l’assessore non è successo niente di grave quando, soprattutto nello spettacolo dal vivo, si è dovuto chiudere tutto, lasciare a casa artisti e maestranze, rischiando di far morire le sale le attività, e affamare chi con la cultura lavora e vive.
Per Galli è tutta una questione di redditività dell’investimento pubblico in cultura, nemmeno il settore culturale fosse una mucca da mungere.
Invece – gli ho risposto io –, i teatri e gli enti culturali prima di fare redditività hanno una funzione sociale, di integrazione e di accrescimento del patrimonio cognitivo delle persone ed è molto offensivo dire che hanno lucrato e guadagnato nel periodo della pandemia, che, al contrario, li ha messi in ginocchio.
Cinema, teatri, musei, sale fanno indotto, sviluppo, lavoro a #Milano e in #Lombardia, creano coesione, contribuiscono alla crescita dei cittadini lombardi.
E, invece, vengono bollati dal loro assessore regionale come degli approfittatori.
Parole inaccettabili e vergognose da chi la cultura la dovrebbe tutelare!