Salute e sanità sono le priorità in cima al programma, con il tema delle liste d’attesa, del ruolo dei medici di medicina generale, “diventati loro malgrado persone costrette a stare più davanti a un pc che a visitare le persone”. “Abbiamo -dice Majorino- bisogno di una grande svolta su temi che sono essenziali; il primo è salute-sanità, perché la sanità di oggi è discriminatoria e a chi è in lista di attesa si dice ‘se vuoi essere curato in tempi accettabili, devi fare una cosa: pagare. Questo per me non è assolutamente possibile. Serve riorganizzare i servizi, con immaginazione, concretezza e cultura del saper fare”.
Poi c’è la questione ambientale: “Siamo la regione più inquinata d’Europa, servono misure radicali al trasporto pubblico, agevolando, anche attraverso la gratuità, l’utilizzo del trasporto pubblico regionale per gli under 25”. Riguardo Trenord, “occorre ribaltarne positivamente la gestione”. Nel senso che si potrebbe anche lavorare sull’idea lanciata dalla competitor civica sostenuta dal Terzo Polo, Letizia Moratti, della messa a gara di Trenord: “Ci si può pensare, anche se io non partirei da lì”. Perché “come prima cosa, c’è il rischio di privatizzare Trenord”. Però, tiene a chiarire, “io non ho un atteggiamento ideologico, semplicemente non credo sia la soluzione di oggi”. L’idea sostenuta dall’europarlamentare è quella di “lavorare ispirandosi al protocollo su lavoro e clima dell’Emilia Romagna, che è un bel modello su cui, secondo me, vale la pena insistere e andare avanti”.
Capitolo casa: “Non si può trascurare il fatto che ci sono 15mila case vuote di proprietà regionale da mettere a disposizione degli inquilini”; altrettanto importante è un “piano per il lavoro, da realizzare con le imprese, le università, con chi si occupa di innovazione e con le parti sociali”. E poi, osserva, “penso che faremmo un bel salto se la regione smettesse di trincerarsi dietro a temi di sua competenza, iniziando ad impegnarsi su temi come la questione dei salari. Certo non potremo essere noi ad alzarlo, ma potremmo però contribuire mettendoci il peso politico”. Anche per affrontare le crisi aziendali: “È ovvio -dice- che le crisi non sono responsabilità della Regione, ma è responsabilità della Regione occuparsi dei cittadini coinvolti”.
In altre parole, “voglio una regione che non faccia lavorare gente a 5/6 euro l’ora”. Una regione “che abbia i piedi ben piantati per terra, mantenendo però anche lo sguardo sul mondo. Questo vuol dire affiancare donne e ragazze dell’Iran”. Non si tratta “solo del sostegno a comunità o gruppi politici in quella straordinaria lotta di libertà, ma anche l’idea che debba essere la regione a scrivere sulle proprie pareti ‘Donna, vita e libertà’”. Perché “la lotta per i diritti e per la democrazia deve appartenere a questa scommessa che stiamo facendo”.
IL PROGRAMMA COMPLETO IN https://majorinopresidente.it/cambiodiprogramma/