Emergency: colpire un ospedale è un atto disumano
Colpire un ospedale è un atto criminale. Disumano. Vigliacco. #GazaHospital #Gaza #GazaCity EMERGENCY
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EMERGENCY
CASA, ANZIANI SEMPRE PIÙ IN DIFFICOLTÀ. L’ALLARME DELLO SPI Gli italiani considerano da sempre gli immobili come un bene rifugio. Ma la “casa dolce casa” per un numero crescente di anziani …
CASA, ANZIANI SEMPRE PIÙ IN DIFFICOLTÀ. L’ALLARME DELLO SPI
Gli italiani considerano da sempre gli immobili come un bene rifugio. Ma la “casa dolce casa” per un numero crescente di anziani è oggi fonte di grande preoccupazione. Ad accendere i riflettori sul tema, lo SPI CGIL Lecco.
Le politiche abitative – spiega lo SPI – sono sempre più centrali nella discussione territoriale, negli incontri con gli amministratori comunali e con i referenti degli Ambiti e del Distretto. I problemi riguardano chi vive in una casa di proprietà, ma anche chi vive in affitto e chi abita in una casa popolare.
La maggior parte degli anziani del nostro territorio possiede un’abitazione. Secondo i dati forniti dal CAF relativo ai cittadini lecchesi, su 1400 over 65 che si sono rivolti ai servizi fiscali della CGIL, circa 1000 vivono in un’abitazione di proprietà. Come già evidenziato da una ricerca effettuata dallo SPI lecchese, sono molti gli anziani a lamentare le difficoltà nel vivere in case acquistate molti anni fa, quando la loro famiglia era numerosa. “Ora si ritrovano a vivere in solitudine in abitazioni vecchie, troppo grandi da pulire e riscaldare, spesso senza ascensore – spiega Pinuccia Cogliardi, segretaria generale dello SPI di Lecco – Case che avrebbero bisogno di essere ristrutturate, è difficile però per i nostri anziani approfittare dei benefici offerti dai diversi bonus edilizi. Le procedure sono troppo complesse e i sussidi finiscono per avvantaggiare altre categorie di proprietari, magari meno bisognose, ma sicuramente più attrezzate”. Lasciare il loro appartamento per trovare una casa più adatta alle nuove esigenze? Anche questo è tutt’altro che agevole, a causa dei costi e della fatica fisica, economica e psicologica che richiede un trasloco, oltre che la ricerca di un nuovo alloggio. Una situazione confermata anche da altre indagini effettuata dai Sindacati dei Pensionati lombardi in differenti territori della regione.
Tra le prospettive che potrebbe valere la pena approfondire, secondo lo SPI, la possibilità che gli anziani che vivono in case ormai troppo grandi per le loro necessità mettano a disposizione una camera chiusa da tempo per ospitare un giovane universitario in cerca di un letto. Uno scambio intergenerazionale che porterebbe vantaggi a entrambe le categorie.
Da tenere sotto osservazione invece il fenomeno, sempre più diffuso, della vendita della nuda proprietà. E’ necessario tutelare gli anziani che sottoscrivono questo tipo di contratto, per evitare che le agenzie approfittino del loro stato di necessità.
Molte le difficoltà anche per chi vive in affitto. I sindaci confermano la tendenza dei piccoli proprietari a rinunciare a sottoscrivere contratti di locazione pluriennali. Preferiscono convertire i loro alloggi in B&B. Ciò consente loro, grazie al continuo aumento di turisti che raggiungono il nostro territorio, di ottenere maggiori guadagni ed evitare possibili diatribe con gli inquilini. Ma di fatto questo causa una carenza di alloggi e un conseguente aumento dei canoni d’affitto per i pochi appartamenti disponibili. Un fenomeno analogo a quello, già evidenziato dalla stampa nazionale e locale, che colpisce gli studenti universitari.
Non manca infine l’apprensione anche per chi abita in una casa popolare.
Sono più di 2000 gli alloggi di questo tipo nel territorio dell’Ambito di Lecco, in prevalenza gestiti da ALER. “Diversi appartamenti risultano sfitti e i canoni non sono poi così bassi, come invece è credenza comune. Alcuni nostri iscritti, inoltre, lamentano una mancanza di attenzione verso le case popolari in cui abitano, spesso abbandonate all’incuria – spiega la segretaria generale dello SPI lecchese – Un senso di insicurezza che genera ansia e angoscia. Una situazione confermata anche da diversi sindaci, irritati e preoccupati per le condizioni di degrado di alcune di queste aree”. Da segnalare poi le criticità nel rinnovo dei contratti d’affitto. Gli sportelli dello SPI aiutano e tranquillizzano gli inquilini costretti ogni anno, peraltro in periodi diversi, a fornire una quantità considerevole di documenti, ISEE e non solo. Non sarebbe meglio rendere tutta la procedura più semplice e programmabile? Gli affittuari delle case popolari sono costretti a sottostare a regole rigide e spesso ad aumenti improvvisi e non concordabili. “In queste case abitano persone che vivono spesso di pensione, troppo bassa e uguale da tanto tempo. I soldi dell’affitto vengono sottratti a un misero bilancio familiare – conclude Pinuccia Cogliardi – Se senza preavviso e possibilità di interlocuzione o mediazione si aggiungono alcune decine di euro per compensare l’incremento della bolletta del riscaldamento centralizzato, tante famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese.
SPI CGIL
Guardiamola dal punto di vista dei terroristi islamici: la situazione non potrebbe essere migliore, un successo come neanche loro forse se l’aspettavano.L’orribile attentato del 7 Ottobre contro i Kibbutz israeliani, l’uccisione …
Guardiamola dal punto di vista dei terroristi islamici: la situazione non potrebbe essere migliore, un successo come neanche loro forse se l’aspettavano.
L’orribile attentato del 7 Ottobre contro i Kibbutz israeliani, l’uccisione di 1200 civili, donne uomini e bambini, che sono stati sorpresi e ignobilmente uccisi nelle loro case, ha provocato un corto circuito senza precedenti.
Israele, che per difendersi contava sulla sua superiorità tecnologica e militare, si è improvvisamente resa conto di essere ancora molto vulnerabile, piombando improvvisamente in uno stato di ansia e di insicurezza.
Il processo di pacificazione, che sembrava arrivare a un ottimo punto con la ratificazione del Trattato di Abramo anche con l’Arabia Saudita, è stato improvvisamente non solo bloccato, ma si è tornati indietro di decenni, ai terribili anni ’70, prima della Pace di Camp David.
Oggi ci sono reali prospettive di nuove guerre col Libano, con la Siria (fomentata dall’alleato russo, persino increduli che questa guerra faccia dimenticare quella in Ucraina) e con la Giordania.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è caduto perfettamente nel trappolone: la reazione isterica e massiccia, con i terribili bombardamenti su Gaza, ha dilapidato in pochi giorni la carica di solidarietà e simpatia che Israele si era giustamente acquistata. Non più vittima ma ora carnefice.
Ammazzare con i terribili bombardamenti migliaia di civili innocenti, anche qui donne uomini e bambini, come “vittime collaterali” per uccidere qualche terrorista di Hamas non mi è sembrata per nulla una grande idea. L’invasione di Gaza renderebbe solo ancora più drammatica la situazione, mentre il bombardamento dell’Ospedale di Gaza, chiunque sia stato, ha ulteriormente esasperato gli animi.
Dove sono i droni, le “esecuzioni mirate”, quelle che hanno permesso, con calma e precisione, di catturare e uccidere Bin Laden in Afghanistan, e tanti altri terroristi, o di compiere esecuzioni anche in Africa o nei paesi arabi, attività in cui Israeliani e statunitensi sono sempre stati specializzati ?
Ma Netanyahu e l’estrema destra, che in questi anni non hanno fatto nulla per integrare i Palestinesi nella società israeliana, anzi li hanno tenuto a distanza e sotto chiave come animali in gabbia, hanno deciso per l’azione spettacolare e inutilmente vendicativa.
Gli ostaggi si libereranno con i bombardamenti ? Ne dubito.
I risultati sono pessimi: il mondo arabo e palestinese è in rivolta, le trattative di pace naufragate, l’odio tra i due popoli è ai massimi livelli, come non si vedeva da decenni. Il terrorismo ha ripreso a insanguinare anche le città europee, la tensione è altissima.
Quel che è peggio, ogni possibilità di soluzione ora sembra lontanissima: “due popoli e due Stati” ? Il territorio è troppo piccolo, risponde Israele, difficilmente difendibile dal punto di vista militare, mentre i Palestinesi dichiarano che non se ne andranno mai dalle loro case.
L’unica soluzione sarebbe stata “due popoli uno Stato”, dove ai Palestinesi fossero garantiti diritti civili, uguaglianza, libertà giuridica, persino una certa autonomia, anche dal punto di vista economico. Ma oggi, con l’odio ai massimi livelli, questa soluzione, a cui si sarebbe dovuto lavorare da tempo (e i Laburisti di Rabin l’avevano capito) è quantomeno fantascientifica.
Un grande successo per Hamas, una terribile tragedia per Israele e per tutta la Comunità internazionale. E purtroppo non è ancora finita, non è affatto finita.
Non ci resta che pregare con Papa Francesco, affinchè gli animi siano un po’ più illuminati !
Enrico Baroncelli