In un presente segnato da crisi globali ricorrenti siamo continuamente chiamati a reazioni in emergenza, dove abitudini ed equilibri politici e sociali consolidati non rispondono più alle nuove istanze e alle criticità volta a volta determinantisi.
Nel quotidiano tutto ciò mette a dura prova il compito di soggetti collettivi a vocazione sociale come il sindacato, come la CISL, il cui compito è rispondere ogni giorno alle esigenze di tutela di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori. Cresce la difficoltà nel rimodulare e profilare l’orizzonte prospettico e la condizione di giustizia sociale percepibile dalla nostra gente, anche perché le vicende degli ultimi due decenni hanno concorso ad allargare sempre più e con rapidità lo iato delle disuguaglianze.
Fare un bilancio, come Sindacato, è quindi a un tempo spontaneo e necessario. Anche al fine di rilanciare un orizzonte di prospettiva, ridirci e insieme ridarci le priorità che animano il nostro impegno.
A fronte della crescita del numero degli occupati, la centralità del nostro ruolo resta comunque quello di
promuovere e rivendicare il lavoro “buono” e dignitoso. Negli ultimi due anni abbiamo assistito infatti ad una risalita del tasso di occupazione in tutto il Paese, come pure nel nostro territorio, ma l’aumento quantitativo non è stato accompagnato da un miglioramento della qualità del lavoro tanto da portare fenomeni come il lavoro povero al centro del dibattito politico e sindacale. Tantomeno è aumentata la sicurezza sul lavoro, come ci dicono i dati di incremento degli infortuni gravi e mortali.
Allo stesso tempo, si è fatto sempre più evidente l’impatto delle dinamiche demografiche negative, con indici di invecchiamento in costante crescita che preannunciano per il prossimo futuro un calo drastico della popolazione in età attiva, con conseguenze rilevanti sulla tenuta del nostro sistema produttivo e sulla tenuta e sostenibilità del welfare pubblico. Uno scenario che impone con urgenza l’adozione di adeguate e concrete contromisure, perché la fase dell’acquisizione della contezza dei temi in oggetto ha ormai fatto il suo tempo e ora protagonista deve essere l’azione, da parte di tutti e in maniera concertata e condivisa.
Centrale resta per la CISL l’ampliamento della base democratica nel mondo del lavoro in termini di partecipazione dei lavoratori, garanzia per uno sviluppo responsabile e sostenibile delle nostre comunità. La democrazia fornisce e basi per la coesione sociale ed economica. La democrazia è l’antidoto alla disuguaglianza, all’esclusione e all’ingiustizia sociale.
La crescente carenza di personale – dovuta soprattutto a saldi migratori negativi e alla scarsità di giovani
conseguente al crollo della natalità – va affrontata anzitutto muovendo la leva di un aumento del tasso di
occupazione, che in via prioritaria passa ad avviso della Cisl per il rilancio e la valorizzazione del lavoro delle donne.
Ancor oggi a Lecco il gap tra tasso di occupazione maschile e quello femminile sfiora il 15%. Un obiettivo che richiede grandi investimenti. Anzitutto in formazione e potenziamento delle competenze, che evitino alle donne di essere condannate ad un lavoro povero e poco qualificato. Ancora, coraggiose politiche di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa, sostenendo quella contrattazione virtuosa che in Provincia vede già molte buone pratiche messe in campo. Infine, servizi di welfare diffusi per supportare il lavoro di cura di minori, anziani non autosufficienti e persone con disabilità ancora troppo spesso in capo alle donne.
Il nuovo orizzonte del lavoro, nel quale innovazione tecnologica e intelligenza artificiale diventeranno sempre più utilizzati, comporterà necessariamente anche la riqualificazione e l’aggiornamento delle persone più rapidamente rispetto al passato, facendo leva sulla formazione, sull’apprendistato e sul mentoring. Le nuove dinamiche del mondo del lavoro, generatesi negli ultimi decenni, hanno progressivamente declinato la figura del ‘colletto blu’, ovvero una vera e propria sorta di lavoratore ibrido, che unisce elevate competenze tecnico-specialistiche con capacità realizzative, produttive e di lavoro in team. Sono donne e uomini implicati in lavori sempre più tecnici
sostanziati da competenze specialistiche e da abilità trasversali.
Per questo la Cisl sostiene la certificazione delle competenze acquisite dai lavoratori, in una logica di carriere professionali caratterizzate da formazione continua, realizzabile anche per tramite di corsi formativi professionali, magari facendo leva anche sugli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy), garantendo a un tempo migliore occupabilità entro e fuori l’impresa nonché la crescita di competitività della stessa.
Un altro ambito da presidiare con attenzione è quello della regolamentazione dello smart working che cambierà per sempre le consuetudini su cui si basa la prestazione di lavoro. Manca ad oggi la definizione contrattata degli obiettivi assegnati alle persone in lavoro agile e, a proposito di lavoro giusto, della sua corretta remunerazione.
Saranno questi i nuovi spazi contrattuali da sondare per dar vita a nuovi criteri socialmente condivisi e non unilaterali di remunerazione del lavoro in remoto.
Un elemento centrale in questa fase aurorale di relazioni sindacali sarà certamente la centralità del benessere personale nella scelta di un posto di lavoro. Sempre più persone sono alla ricerca di un’occupazione che soddisfi e realizzi le proprie aspettative e la propria soggettività, non solo un lavoro che si limiti a soddisfare le esigenze vitali. È una condizione inedita ma che sta caratterizzando sempre più le dinamiche del mercato del lavoro. Se indubbiamente la sociologia del lavoro esagera in parte il tema delle cosiddette ‘grandi dimissioni’, è pur vero che lavorare in un ambiente stimolante, entro cui allargare le relazioni e implementare le competenze professionali è oggetto di una ricerca sempre più ambita e serrata.
Il lavoro è giusto quando sicuro, sia in termini di tutela di vita e salute, che va innalzata sul piano normativo ma ancor più attraverso interventi partecipativi nei luoghi di lavoro, sia sotto il profilo della sicurezza sociale e del sistema di sostegni sia in vigenza dei rapporti di lavoro che alla loro cessazione.
A livello locale sarà fondamentale investire sull’attrattività del territorio, dotandosi di elementi capaci di
richiamare nuove energie, nuove professionalità e competenze e di trattenere i nostri giovani convincendoli a costruire qui il loro progetto di vita, frenando l’emorragia di intelligenze e di know how innovativo. Ed essere attrattivi vuol dire proporre contratti di qualità, che premino impegno e competenze, che diano valore al lavoro.
Ma non basta. Essere attrattivi vuol dire avere servizi territoriali adeguati: dall’alloggio ai trasporti pubblici, dai servizi sanitari al welfare. Tutti elementi che possono determinare lo sviluppo vero e duraturo di un territorio. Bisogna cambiare passo e farlo in fretta, raccogliendo le sfide delle trasformazioni in atto sul nostro territorio. E va fatto con una forte e comune mobilitazione di tutti i soggetti della rappresentanza: della politica, del lavoro, delle imprese, della società civile.
Siamo convinti che il sindacato sarà in grado davvero di tutelare e proteggere lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, e di promuoverne la qualità della vita, solo se saprà affrontare con spirito propositivo e riformista le sfide strategiche del lavoro e dell’economia, stimolando un forte protagonismo del mondo del lavoro nel determinare la direzione del cambiamento.
Quella della Cisl è una prospettiva di futuro, nel suo assumere la partecipazione di contro all’antagonismo quale propria cifra distintiva. Siamo convinti che la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl, che disciplina in ogni dettaglio la partecipazione attiva dei lavoratori alla vita delle imprese, non sia solo vettore di sviluppo economico ma anche un mezzo per la realizzazione di un progresso sociale, un traguardo necessario per il completamento della democrazia.
In un contesto sociale e politico come l’attuale, in cui forte è l’esigenza di innovare le relazioni sindacali e la contrattazione, questa legge può produrre effetti positivi per tutti, che vanno dall’aumento dei salari alla qualità e stabilità del lavoro, da produttività e competitività maggiori a una piena coesione sociale, da più salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a maggiori e più consistenti investimenti.
La Cisl si ripropone insomma come quel sindacato nuovo impegnato sul fronte della storia, letta nel suo sviluppo
progressivo e orientata nel suo corso attraverso un discorso pubblico partecipato, nel solco della prassi
democratica sancita costituzionalmente.
Il segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco
Mirco Scaccabarozzi