• 28 March 2024
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In Italia il lavoro è ancora un miraggio per tante e tanti.
Siamo fanalino di coda dell’Europa per occupazione femminile, sotto di 13 punti percentuali rispetto alla media europea, e giovanile, il tasso di disoccupazione è al 22,1% contro il 15% della media del continente. Non solo, secondo Eurostat se in Europa i ragazzi tra i 15 e i 29 anni a rischio povertà sono il 20% in Italia sono il 25%.
Certo, il 2022 è stato l’anno del rimbalzo per occupazione dopo la pandemia ma questi dati non possono appagarci: rimaniamo ancora troppo indietro rispetto ai paesi europei. Serve una scossa generale che questo governo inadeguato non sta dando. Abbiamo tanti strumenti, il Pnrr primo tra tutti, che devono essere sfruttati al meglio per il bene dell’intero Paese. Senza visione e con pochissimo impatto, le politiche della destra rischiano di fermare l’Italia. Altro che crescita.
Quando si parla di lavoro bisogna necessariamente parlare di istruzione e formazione. Una delle strade può essere la proposta di Fondimpresa perché la formazione sia tolta dagli aiuti di Stato. Serve un piano d’azione concreto e lungimirante per la formazione continua e occorre misurare gli obiettivi occupazionali trasversali che l’Europa ha vincolato nel Pnrr.
Anche il taglio del cuneo fiscale che oggi viene annunciato nel Def può essere un primo passo ma non è sufficiente e soprattutto è vincolato al 2023. Cosa accadrà dopo?

Silvia Roggiani

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