• 20 April 2024
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Circa un migliaio di persone si sono raccolte in lungo corteo percorrendo i dieci chilometri che separano il ponte della ferrovia di Olginate da piazza Cermenati. Ad attendere la carovana nel cuore del capoluogo c’era il coro gospel “Sol Quair”, diretto dal maestro Giuseppe Caccialanza, il quale ha accolto i presenti sulle note de “Il disertore” di Ivano Fossati.

“Siamo illusi, visionari o nostalgici? No, noi siamo testimoni di pace. Abbiamo a cuore l’umanità e siamo testimoni di pace in ogni centimetro della nostra vita” ha scandito con forza Mauro Gattinoni, il sindaco di Lecco, di fronte a striscioni e bandiere inneggianti alla Pace. “Oggi abbiamo camminato controcorrente rispetto al fiume, in direzione ostinata e contraria come diceva De Andrè. Allo stesso modo noi protestiamo contro le sempre più intense politiche di riarmo” ha ribadito Maria Grazia Caglio. Dopo aver ricordato i 75 anni della Costituzione, definita “una delle più belle al mondo”, la presidente del Comitato lecchese per la pace ha letto l’incipit dell’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Il successivo intervento è stato quello di Giuliano Meazza, volontario di “Operazione Colomba” da poco rientrato dall’Ucraina. “Operazione Colomba è un corpo non violento di pace. Noi viviamo con le vittime dei conflitti per testimoniare loro che non sono soli” ha sottolineato il giovane operatore umanitario. Meazza ha poi raccontato ai presenti di quando, durante il mese passato nella zona di Mykolaiv, si è recato assieme ad un gruppo di religiosi a celebrare una messa nella Kherson bombardata dalle truppe russe.

Infine don Marco Tenderini : “Se anche noi decidiamo di non occuparci più della guerra, la guerra non smette certo di occuparsi di noi” ha scandito a gran voce il responsabile della Caritas decanale, nonché cappellano del carcere di Pescarenico. “La guerra ci sta dividendo quando invece avremmo bisogno di lavorare insieme, per esempio contro il cambiamento climatico. Loro continuano a fare la guerra e noi continuiamo a costruire la pace. Vi invito a non cedere all’indifferenza e a non rassegnarvi alla guerra” ha ribadito il prete prima di ricordare le parole di Papa Francesco. “La vera risposta alla guerra non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo”.

Al termine degli applausi, il coro di Giuseppe Caccialanza ha ripreso la scena intonando dapprima “C’era un ragazzo” di Gianni Morandi e poi “Generale” di Francesco De Gregori.

foto Andrea Pirovano

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