Mercoledì 13 settembre all’Università di Bologna si è tenuta la VII edizione del premio “Pio La Torre per i diritti”, dedicato al sindacalista e parlamentare palermitano noto per il suo impegno sui temi della lotta alla mafia (a lui si deve la legge 646/82 che introdusse il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso), assassinato a Palermo il 30 aprile 1982. Promosso da Avviso Pubblico, CGIL e Federazione nazionale della Stampa italiana, il prestigioso riconoscimento è dedicato a sindacalisti, amministratori locali, dipendenti pubblici e giornalisti che si sono distinti nel contrasto alla criminalità organizzata e nella promozione della legalità. Ospiti della cerimonia sono stati, tra gli altri, Franco La Torre – figlio di Pio – e Rosy Bindi, già presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Per la categoria dei sindacalisti il premio è stato assegnato a Barbara Cortinovis, Segretaria generale della FILCAMS Lecco, la categoria della CGIL che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori del settore terziario (commercio, turismo, servizi). Cortinovis è stata premiata per il suo impegno in alcune vertenze aziendali tra cui quella della “Spreafico SpA”, azienda con sede a Dolzago (LC) attiva nel settore ortofrutta dove le lavoratrici ed I lavoratori presenti negli appalti della Società lamentavano una reiterata violazione della normativa circa gli orari di lavoro, il mancato riposo, i turni di lavoro massacranti e il ricorso al lavoro nero. Nonostante le pesanti minacce ricevute, Barbara è riuscita a portare alla luce situazioni di sfruttamento lavorativo e caporalato corredate da vessazioni, soprattutto nei confronti delle lavoratrici. A seguito di questi interventi, e grazie anche al coinvolgimento delle istituzioni – con la convocazione di tavoli prefettizi – e della committenza – che di fronte ai problemi tende a defilarsi e a scaricare le responsabilità alle società appaltatrici, il Tribunale di Milano ha ordinato il sequestro preventivo e posto la società in amministrazione giudiziaria.
Barbara Cortinovis esprime grande soddisfazione per il premio ricevuto, un riconoscimento significativo sia da un punto di vista lavorativo che civico. “È stato un percorso complicato e doloroso, che ha però portato a risultati importanti in termini di legalità e inclusione: quei lavoratori che prima erano sottoposti a condizioni inaccettabili oggi hanno un lavoro degno e beneficiano della corretta applicazione del CCNL. Per la buona riuscita del processo è stata essenziale la vicinanza dimostratami dalla CGIL Lecco e dalla FILCAMS regionale, che mi hanno fornito tutto il supporto necessario; le organizzazioni criminali, infatti, utilizzano il metodo dell’isolamento e della paura per far desistere coloro che intendono contrastarle.” Conclude Cortinovis: “Il premio è stato dato a me ma è dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno avuto il coraggio di denunciare, perchè senza la loro forza di volontà non avremmo potuto cambiare lo stato delle cose. Un coraggio che infonde fiducia sulla capacità del nostro territorio di generare anticorpi contro le mafie che, ormai dovrebbe essere evidente a tutti, non sono più relegate in alcune aree del Sud Italia ma si sono infiltrate nel tessuto economico e sociale lombardo.”
Il commento sulla vicenda di Diego Riva, Segretario generale della CGIL Lecco: “Questo riconoscimento valorizza il grande lavoro svolto in questi anni da Barbara e dalla categoria che rappresenta nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel tessuto economico. La CGIL è da sempre impegnata su questo tema, perchè promuovere la legalità significa garantire sicurezza e giuste condizioni di lavoro. La strada da fare è ancora lunga e noi continueremo nella nostra missione di difendere i diritti dei lavoratori, facendo rete con tutti gli altri soggetti impegnati nella lotta alle mafie.” E quello di Antonella Protopapa, Segretaria generale della FILCAMS Lombardia: “La legalità è da sempre una priorità per la FILCAMS CGIL, che svolge la propria attività in contesti nei quali il rispetto delle regole e delle normative non è affatto un dato di partenza scontato, ma piuttosto un obiettivo per contrastare i fenomeni illegali che investono e condizionano il lavoro. L’illegalità che si connette allo sfruttamento del lavoro è un grande fenomeno di esclusione: se definiamo come legale ciò che sta all’interno di un sistema di regole, convenzioni e protezioni di cui si dota una comunità, il suo contrario è ciò che si pone al di fuori di quest’ambito, e ne è quindi escluso. È necessario continuare ad agire sul rafforzamento di una cultura della legalità e dell’azione collettiva per sviluppare strumenti e capacità di azione non solo contrattuale, per un lavoro dignitoso e per continuare a investire e a creare una occupazione di qualità a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.”
CGIL LECCO